Terzi di Sant’Agata: «Una grossa scossa tellurica: così cadde il Muro di Berlino»

Terzi di Sant'Agata: «Una grossa scossa tellurica: così cadde il Muro di Berlino»

Terzi di Sant’Agata: «Una grossa scossa tellurica: così cadde il Muro di Berlino»

Intervista di Federico Fumagalli per Il Corriere di Bergamo, 9 novembre 2024

Ci sono date che, oltre a fare la Storia, segnano la memoria di chi le ha vissute. «Come l’11 settembre o il 7 ottobre, anche il 9 novembre», dice Giulio Terzi di Sant’Agata, ex ministro ed ex ambasciatore, senatore della Repubblica in quota Fratelli d’Italia. Il 9 novembre del 1989 cadeva il Muro di Berlino, 35 anni fa come oggi. «In quella caduta, e nei mesi che seguirono, c’era qualcosa che ha toccato nel profondo, tanto me quanto le generazioni precedenti e successive alla mia». Il ricordo è ravvivato dal contributo storico, politico e letterario con cui il senatore si concede all’esposizione «Berlino abbraccia Berlino», fino a venerdì alla Galleria Russo di Roma. Il suo scritto introduttivo riportato sul catalogo della mostra (ed. Gangemi) si intitola «Quel sogno realizzato di libertà» e ne coglie lo spirito. 

«Era la migliore occasione per tentare di organizzare una commemorazione storica ed ecumenica, di un evento cui l’Europa assistette entusiasta», spiega il gallerista Fabrizio Russo. «A casa ho un po’ di arte contemporanea, ma certo non posso considerarmi un collezionista. Quando mi è stata fatta la proposta di contribuire alla mostra, ho accettato. Mi sembra utile parlare di quegli anni».

Senatore, come ricorda la caduta del Muro da un punto di vista istituzionale?
«All’epoca, la sensazione avvertita era quella di una grossa scossa tellurica. In questo caso positiva, ovvio, e le cui conseguenze si sarebbero viste solo gradualmente. Invece, con sorpresa anche delle maggiori testate internazionali, è bastato poco più di un anno affinché la Germania si riunificasse».

E dal lato umano?
«Mi è rimasta la convinzione che per quanto un essere umano possa vivere situazioni disperate, sempre gli resta addosso una carica in grado di sprigionare energie positive».

Che mostra è «Berlino abbraccia Berlino»?
«Si tratta di una mostra capace di rievocare il crollo del Muro di Berlino, attraverso opere di grande valore artistico. Alcuni autori esposti (c’è, ad esempio, Tommaso Ottieri che interpreta a suo modo il Reichstag della capitale tedesca, ndr) provengono da Paesi in cui le crisi sono all’ordine del giorno».

Nel catalogo, lei riprende la Risoluzione del Parlamento europeo sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa. Fra i punti elencati: la necessità di rispettare i diritti umani e lo Stato di diritto. La Risoluzione è datata settembre 2019, due anni e mezzo prima che iniziasse la guerra in Ucraina.
«Non ero convinto che la mia proposta di inserire la Risoluzione del Parlamento europeo sarebbe stata accolta, ma ci tenevo molto. Da lì si può evincere come la responsabilità della Russia sull’Ucraina sia una responsabilità criminale, di aggressione. La Storia si può interpretare e addirittura ribaltare. Ed è quello che sta provando a fare Putin, attraverso la propaganda e la disinformazione. Il potere oggi in Russia è della medesima pasta di nazismo e fascismo. Basta con le teorie che sostengono il contrario».

Come commenta la rielezione di Donald Trump ?
«La preoccupazione di tanti era che potessero verificarsi disordini, contestazioni sull’esito del voto. Niente di tutto ciò, la democrazia americana si dimostra cosa molto seria. A livello geopolitico, tengo a rimarcare quanto Stati Uniti e Italia siano migliori amici dai tempi di Garibaldi. Continueranno a esserlo».

Ben diverse dal Muro di Berlino, le Mura di Bergamo sono un orgoglio. Che rapporto ha con la sua città d’origine?
«Lo definirei un rapporto di amore incondizionato».

©2025 Giulio Terzi

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