Discorso “Cosa mi aspetta dopo la maturità: conoscere, capire, scegliere.”

Roma, Febbraio 2015

Nei giorni scorsi al World Economic Forum di Davos è stato tracciato, il seguente scenario (World Landscape): nel decennio che abbiamo davanti a noi aumenteranno esponenzialmente le trasformazioni già in essere, modificando in profondità le nostre vite, modi di pensare, comportamenti.

 

Le forze dominanti di queste trasformazioni sono:

 

  1. Il clima, le sue mutazioni potenzialmente irreversibili e catastrofiche per una biosfera esistita da 25 milioni di anni, nella quale si è affermato l’uomo. Abbiamo solamente dieci-quindici anni per rovesciare la tendenza di riscaldamento del Pianeta. Questo richiede una netta sterzata nella politica, nell’economia, nell’impresa e nella società.

 

  1. La geopolitica: anziché spegnersi, come si era creduto alla fine della Guerra Fredda, i vecchi conflitti permangono, ne iniziano di nuovi, proliferano nazionalismi esasperati, regimi dispotici, fondamentalismi religiosi, terrorismo. All’era della collaborazione internazionale rischia di seguire un’era di sempre più diffusa conflittualità.

 

  1. La società si confronta a una pressione crescente: nei sei anni di crisi economica le disuguaglianze sono aumentate, non diminuite. L’1% della popolazione nei Paesi più avanzati accumula immensa ricchezza, in misura mai vista nella storia economica moderna, mentre i redditi di più del 99%della popolazione si allontanano sempre di più dai superricchi, e le “classi medie” perdono occupazione, mobilità e prospettive di avanzamento sociale.

 

In tutto il mondo occidentale c’è un impressionante divaricazione della ricchezza, e di conseguenza di influenza nella politica, nell’informazione, nella cultura, in altre parole una concentrazione del potere, anzichè una sua sempre più ampia, effettiva legittimazione democratica. Questi trend riguardano anche Cina, Russia, Brasile, India, e le economie emergenti.

 

  1. Tecnologia e conoscenza saranno sempre più vettori della globalizzazione, continueranno a generare crescita economica, a mitigare clima e ambiente, a rispondere ai nostri bisogni, curiosità, sete di conoscere e di relazionarci agli altri. Ma il decennio che abbiamo davanti a noi sarà cruciale anche nella ridefinizione del rapporto tra tecnologia, sapere, e uomo.

 

Sebastian Thrun, capo ricerca di Google sino a settembre scorso, realizzatore delle auto senza guidatore, dei “google glass”, e di molte applicazioni nel campo dell’intelligenza artificiale, ha deciso di lasciare quella pur straordinaria realtà per concentrarsi interamente sulla formazione, con il progetto “Udacity”: i ricercatori della Silicon Valley diventano tutors e docenti di giovani come voi, interessati alla Computer Science, al Web Development, al Software Engineering. Su un altro versante Stephen Hawking, lo straordinario scienziato che da quarant’anni dimostra come una gravissima disabilità non gli abbia impedito di diventare un astrofisico che ha rivoluzionato molti aspetti della scienza, ci ha avvertito sulle implicazioni che l’inarrestabile espansione tecnologica, dell’intelligenza artificiale, può avere per l’uomo. Nei prossimi dieci, quindici anni, potrebbe essere persino superato il limite al di là del quale l’uomo potrà continuare ad esercitare il completo controllo della tecnologia dell’informazione.

 

Quando lascerete il liceo, le responsabilità’, le aspirazioni, i talenti che le vostre famiglie, la scuola, gli amici hanno sicuramente formato in ognuno di voi, vi porranno ancor più direttamente in rapporto con le quattro “trasformazioni” che ho appena accennato:

-a) la trasformazione della conoscenza;

-b) la trasformazione dell’economia e della ricchezza;

-c)la trasformazione della geopolitica e delle relazioni internazionali;

-d) la trasformazione del clima.

 

Queste quattro trasformazioni fanno si’ che i prossimi dieci anni, il periodo più decisivo per l’impostazione della vostra vita, saranno anche i dieci anni che segneranno profondamente il cammino della nostra società nel XXI secolo.

 

L’accelerazione del progresso scientifico, le mutazioni globali, le opportunità e le sfide che vi si collegano fanno si’ che nessuna professione, nessuna attività culturale, economica, politica, di impegno sociale, potrà esser più considerata nella sua dimensione esclusivamente nazionale.

 

Resterà fondamentale – e un grande punto di forza – la coscienza della nostra identità nazionale; dei nostri valori di pensiero e di cultura, nella tradizione giudaico cristiana della civiltà europea; la consapevolezza che l’integrità, in qualsiasi dimensione umana, nella vita privata come nel fare impresa o servire la collettività nell’azione politica, E’ UN IMPERATIVO ASSOLUTO CHE RIPAGA SEMPRE.

 

Tutto questo è ancora più importante perché’ nel sapere, nell’economia, nella politica, le linee di frontiera si sbiadiscono, sino a ridursi spesso a meri condizionamenti burocratici. Diventano sempre più importante l’universalità dei diritti dell’uomo e la sua integrità.

 

Qualsiasi cammino vogliate intraprendere, esso vi porterà a contatto con altre culture, lingue, forme di conoscenza.

 

In questo senso, ogni professione sarà sempre piu’ “internazionale”; quindi competitiva e stimolante. Non vi saranno gusci, nicchie di mercato, rendite di posizione dove trovare rifugio.

 

Questa la realtà per 7 miliardi di abitanti del pianeta; diventeremo 9 miliardi entro la metà di questo secolo. L’orizzonte globale diventa ancor di più rilevante per noi italiani, che abbiamo un’economia, una cultura, una condizione geopolitica integrata e dipendente dalla realtà globale assai più di quanto avvenga per altri importanti Paesi.

 

Una professione che rappresenta la sintesi della internazionalizzazione del nostro Paese è quella del diplomatico. Intendiamoci. Esiste, ed è importantissima, una diplomazia economica, una diplomazia di impresa, una diplomazia culturale, riferite alle relazioni internazionali di Banche, Aziende, Università, enti di Ricerca. Ma il termine “Diplomazia” definisce anzitutto la politica estera di un Paese. Quindi, i rapporti tra gli Stati, le alleanze, i processi di integrazione politica ed economica, i negoziati, gli scambi economici, scientifici, culturali. L’attività diplomatica dei Governi, compete tipicamente ai Ministri degli Esteri, coinvolge i Capi di Stato e di Governo. Ne sono protagonisti Ambasciatori e funzionari della Carriera Diplomatica.

 

Come si entra in Carriera?

Come conoscere, capire, scegliere la strada?

 

  1. Sulla linea di partenza possiamo scrivere gli otto “segreti del successo” di Richard St. John, validi in assoluto; non solo per i diplomatici: “a continous Journey”; passi progressivi e costanti; circolari nel senso che si ripetono sempre con intensità anche dopo aver raggiunto la vetta, dalla quale, se distratti, la discesa puo’ essere improvvisa e inaspettata.

 

* PASSION,

* WORK,

* FOCUS,

* PUSH,

* IDEAS,

* IMPROVE,

* SERVE,

* PERSIST.

 

Steve Jobs diceva:

 

“Il tuo tempo è limitato, non sprecarlo vivendo la vita di qualcun altro…STAY HUNGRY. STAY FOOLISH”.

“La perseveranza, se non l’avete trovata, continuate a cercarla. Non adattatevi. Come in ogni grande relazione, la perseveranza diventa sempre meglio con il tempo”.

“La concentrazione è sempre stata un mio mantra, focus e semplicità. Il semplice può essere più difficile del complesso. Devi lavorare molto per rendere il tuo pensiero pulito e semplice. Ma ne vale la pena. Quando ci arrivi puoi muovere le montagne”.

 

  1. In cosa consiste una professione internazionale, e in particolare di cosa si occupa un diplomatico?

-per gli amici è qualcuno che sta a rosolarsi su una spiaggia esotica;

– per la propria mamma, è un brillante e autorevole avvocato del Paese che risolve le crisi mondiali nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu;

– per i colleghi di altre nazioni, può talvolta esser visto come un Agente segreto;

– per la società mondana, come un assiduo di cene in frack;

– per le aspirazioni del diplomatico in questione, come l’eroico salvatore di rifugiati in pericolo di vita;

– nella realtà, il diplomatico passa lunghissime ore nello studio, nell’analisi, nei contatti, nella soluzione di problemi pratici. Ed in effetti egli deve saper perfettamente.

 

III. Gestire risorse umane e finanziarie; scrivere rapporti, analisi, accordi; relazionarsi con gli altri; negoziare; gestire l’informazione e comunicare.

 

  1. Conoscere lingue straniere. Direi che è essenziale la perfetta conoscenza dell’inglese, come lingua di lavoro, del francese come lingua di lavoro e di cultura, ma anche la conoscenza di ogni altra lingua si abbia l’occasione di acquisire. I Paesi anglosassoni danno ad esempio ai loro diplomatici destinati nei paesi arabi, in Israele, in Cina lunghi periodi di formazione prima di assumere l’incarico, per perfezionarsi nella lingua del Paese di destinazione. La formazione linguistica deve avvenire sin dai primissimi anni di vita; molto opportuna in questo senso la riforma ora avanzata dal Ministro Giannini che prevede l’insegnamento in lingua straniera di una materia sin dalle elementari. In ogni caso,dobbiamo esser consapevoli che lo studio delle lingue deve appartenere alla “formazione permanente” dell’individuo.

 

  1. Lasciando il Liceo, per indirizzarsi verso una carriera internazionale vale la regola aurea applicabile alla generalità delle professioni: oltre alle lingue, mirare al miglior percorso universitario; accompagnarlo con esperienze che arricchiscano culturalmente; valorizzare ogni opportunità di rafforzare il curriculum.

 

Henry Kissinger scriveva, già parecchi anni fa, che l’assetto mondiale che sta emergendo deve essere costruito da uomini di Stato che abbiano grandi e diversificate capacità intellettuali. Vorrei aggiornare questa giusta osservazione. La complessità delle sfide, e l’urgenza di risolverle, si è grandemente accresciuta. Riportare il nostro Paese al prestigio, influenza, benessere che l’Italia merita deve essere parte del vostro impegno di cittadini e, tra non molti anni, di leaders nei diversi ambiti della società europea e internazionale.

©2024 Giulio Terzi

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