Marò, via libera al rientro di Girone

Caso marò, Latorre e Girone in attesa del verdetto dell’Aia

Di Filippo M. Ragusa per Scelgonews.it del 2 

Salvatore Girone potrà tornare in Italia durante l’arbitrato. Secondo la Farnesina, il Tribunale arbitrale istituito a L’Aia ha deciso di accogliere la richiesta avanzata da Roma. L’ordinanza completa sarà pubblicata domani.

“Le condizioni del rientro saranno concordate tra Italia e India”, si legge ancora nella nota del ministero degli Esteri. “Il Governo conta su un atteggiamento costruttivo dell’India anche nelle fasi successive e di merito della controversia”.

Girone e il suo commilitone Massimiliano Latorre sono i due marò italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati. L’incidente è avvenuto il 15 febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala, uno Stato indiano che si affaccia sul Mare arabico. I due fucilieri prestavano servizio a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie. Sono stati arrestati pochi giorni dopo, ma le accuse contro di loro non sono mai state formalizzate. L’Italia, infatti, sostiene che l’incidente sia avvenuto in acque internazionali, e che quindi le decisioni sulla vicenda non competano alla magistratura indiana.

Da allora i due marò aspettano il processo in un limbo legale. Latorre è tornato in Italia a settembre 2014 per motivi di salute. Girone, invece, non esce dall’India da marzo 2013. Ai due militari era stato accordato il permesso di rientrare in Italia per le elezioni, ma l’allora ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, li avrebbe voluti trattenere in patria oltre la scadenza dei permessi accordati dall’India, e si dimise in polemica con la decisione contraria del governo guidato da Mario Monti.

Dopo quattro anni di trattative infruttuose, Italia e India si sono rivolti l’anno scorso al Tribunale internazionale del diritto del mare (ITLOS) di Amburgo, che a sua volta ha ordinato l’apertura dell’arbitrato presso la Corte permanente de L’Aia. A stabilire chi dovrà giudicare i due militari sarà un collegio di quattro arbitri, uno nominato dall’Italia, uno dall’India e due dal presidente ITLOS Vladimir Golitsyn. L’arbitrato dovrebbe durare ancora due o tre anni; solo allora si potrà istituire il processo. Il Tribunale de L’Aia, a quanto scrive la Farnesina, deve aver valutato le “considerazioni legali e di ordine umanitario” dovute a queste tempistiche. Il comunicato si conclude con una rassicurazione agli indiani:

Il Governo sottolinea che la decisione odierna del Tribunale relativa alle misure richieste dall’Italia in favore del Sergente Girone non influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se spetti all’Italia o all’India la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie.

“Se la notizia è vera sono strafelice. È una notizia meravigliosa”, ha detto Michele Girone, il padre di Salvatore. Da Firenze, dove ha incontrato il suo pari grado giapponese Shinzo Abe, il premier Matteo Renzi ha annunciato di aver “parlato con il marò Girone” della “straordinaria notizia”: “È un passo avanti davvero significativo al quale abbiamo lavorato con grande dedizione e determinazione”.

 

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