ITALIA ALL’ONU: DELUSIONE COCENTE…!


ITALIA ALL’ONU: DELUSIONE COCENTE…! Si è conclusa con un “pareggio” la votazione dell’Italia al ruolo di *Membro del Consiglio di Sicurezza ONU* per il biennio 2017-2018, candidatura che fa seguito al biennio 2007-2008, durante il quale ebbi personalmente l’onore di contribuire – prima da Direttore Politico, e poi da Rappresentante Permanente alle Nazioni Unite – all’azione italiana in CdS. L’inadeguatezza nuovamente dimostrata della politica estera di questo Governo mi porta alle seguenti riflessioni:
1) mentre il Presidente Renzi proclama a Berlino e Bruxelles che l’Italia ha un ruolo da *vero protagonista* in Europa e aumenterà la sua capacità d’influire sui suoi partner, la penosa performance di ieri sera al Palazzo di Vetro lo ha smentito duramente… mentre stava ancora parlando;
2) a Roma erano tutti convinti che saremmo stati eletti plebiscitariamente al Consiglio di Sicurezza, grazie ai riconoscimenti che l’intera membership dell’ONU riserverebbe alla nostra politica per l’accoglienza e salvataggio in mare dei migranti; alla messa in sordina – a tutto favore degli affari – del tema dei Diritti Umani e dello Stato di Diritto nei confronti di Paesi come l’Iran, dove nessun membro di Governo in visita in questi mesi ne ha mai neppure accennato; alla posizione ‘soft’ sulle sanzioni europee alla Russia dopo l’annessione della Crimea e le sue operazioni militari in Ucraina orientale e in Siria, puntualmente rinnovate su impulso di Berlino e dei paesi nordici a ogni scadenza nonostante le assicurazioni di Renzi a Putin che l’Italia lo avrebbe impedito; al nostro ‘stare alla larga’ da un sostegno militare alle operazioni militari anti-ISIS in Libia; alle posizioni ‘dialoganti’ sulla lotta alla radicalizzazione e al terrorismo nel mondo islamico;
3) un uomo di straordinaria visione e sensibilità internazionale come Marco Pannella, che abbiamo ricordato con commozione alla Assemblea del partito Radicale sabato scorso a Teramo, si era molto battuto affinché il punto dell’affermazione dello Stato di diritto e della promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali *entrasse nella campagna Italiana per la candidatura dell’Italia* al Consiglio di Sicurezza ONU: con la sua proverbiale ostinazione, aveva predicato sino agli ultimi giorni della sua sofferenza a tutti coloro che lo andavano a trovare che questi principi dovevano tornare *al centro* dell’azione internazionale dell’Italia;
4) la bruciante sconfitta – perché di questo si tratta, per quanto si voglia impacchettare in carta regalo il “mezzo seggio” condiviso con l’Olanda, neanche fossimo i fanalini di coda dell’Europa -subita da una politica estera ‘fuori asse’ del nostro paese, dimostra con *precisione scientifica* gli errori commessi dal Governo, i toni che non hanno convinto, le solidarietà soprattutto europee che sono andate a altri due concorrenti anziché a noi;
5) la prova sta anzitutto nel fatto che Svezia e Olanda hanno ottenuto alla prima votazione consensi assai superiori a quelli ottenuti dall’Italia, e nelle votazioni successive del ballottaggio con l’Olanda non siamo mai riusciti a recuperare sufficientemente. La superiorità del risultato Svedese e Olandese non é casuale: si tratta di due Paesi che difendono con coerenza e determinazione da sempre Diritti Umani e Stato di Diritto nelle relazioni internazionali, che affrontano costantemente questi temi anche con i loro interlocutori più problematici, che dimostrano netta opposizione alla “politica del fatto compiuto” e all’uso della forza da parte di Mosca, che non velano le proprie statue dinanzi a visitatori islamici fondamentalisti, che adottano leggi senza compromessi in materia di immigrazione, senza che ciò pregiudichi il sostegno della gran parte dei Paesi dell’ONU…
6) non è quindi credo esagerato trarre dalla cattiva performance di ieri, che tra l’altro macchia un patrimonio di vent’anni di impegno italiano nella riforma delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza, un duro insegnamento: nella vita internazionale, come in quella delle persone, coerenza e riferimenti valoriali pagano sempre, e una politica estera basata su tali presupposti – coma l’Aja e Stoccolma ieri hanno fatto intendere a Roma – è vincente in una realtà globale dove furbizie, mezze misure e ondeggiamenti di comodo tipici di certi politici italiani sono sempre meno considerati e apprezzati.
La sostanziale bocciatura di ieri è tutta per la linea di politica estera del Governo Renzi, nonostante i ‘miracoli’ fatti sino all’ultimo dal centroattacco italiano, l’Ambasciatore Sebastiano Cardi, nell’invertire un trend iniziale pesantemente negativo per l’Italia nei voti espressi, e allo straordinario credito che lui ha al Palazzo di Vetro, e ai sostegni che si sono tradotti nei mesi scorsi nella sua prestigiosa elezione ad una delle Commissioni più importanti dell’Assemblea Generale; solo grazie a Lui e allo staff della http://ift.tt/29a6yIR l’Italia, pur con una politica “fuori asse” ha comunque potuto ottenere un “mezzo risultato”, condividendo con l’Olanda il seggio al CdS ONU. Ma – quando si ha una strategia di gioco sbagliata e incoerente – non basta avere gli uomini migliori in assoluto sul terreno per superare concorrenti agguerriti che oltre agli uomini dispongono di una strategia più credibile… CHE NE PENSATE?


Pubblicato sulla mia pagina facebook, qui il post originale.


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