IRAQ: INTERVENTO UMANITARIO O DISASTRO GEOPOLITICO…?


IRAQ: INTERVENTO UMANITARIO O DISASTRO GEOPOLITICO…? QUAL’E’ IL RUOLO DELLE INFORMAZIONI NON GENUINE NELLA COSTRUZIONE DEL CONSENSO? Il 20 marzo 2003 con l’invasione dell’Iraq da parte di una coalizione multinazionale guidata dagli Stati Uniti, partivano le operazioni militari su larga scala finalizzate alla deposizione di Saddam Hussein, terminate defintivamente il 15 dicembre 2011 con il passaggio definitivo di tutti i poteri alle autorità irachene. Le motivazioni dell’intervento erano basate sui timori – poi rivelatisi infondati – di un ipotetico tentativo del regime Iracheno di dotarsi di armi di distruzione di massa, sul suo presunto appoggio al terrorismo islamista, e sull’obiettiva oppressione – questa sì certamente confermata – di molti cittadini di quel paese da parte di una dittatura totalitarista e violenta verso le minoranze e verso i dissidenti politici di qualunque genere. Ma al di la delle motivazioni di questo conflitto, è l’aspetto relativo alla “mistificazione dei fatti” che più ci colpisce: in tal senso, a inizi luglio 2016 in Inghilterra verrà presentato un rapporto *completo* elaborato dalla commissione Chilcot, che fu istituita da Gordon Brown nel 2009, e che ha prodotto una documentata relazione di ben 2,6 milioni di parole. Il report sarà quasi certamente molto critico sul ruolo delle figure pubbliche che collaborarono nella fase di preparazione a quel conflitto, grazie anche alla voce di oltre 150 testimoni che hanno contribuito alla ricerca della verità in oltre 130 sessioni di confronto orale e con un’attenta analisi di oltre 150.000 documenti governativi. TUTTAVIA, la disinformazione e la negazione della conoscenza ci circonda su più piani: dall’altro lato della barricata, l’ISIS ha come “arma secondaria” quella degli attentati, ma come “arma principale” la sua bieca propaganda, con la quale offusca gli spazi di informazione diffondendo falsità e duri attacchi all’occidente, su mandato anche di varie potenze regionali interessate a rafforzare le proprie posizioni e i propri interessi nella zona a scapito della governance democratica e dei valori della Universal Declaration of Human Right, nei quali tutti noi fortemente ci riconosciamo. CONCLUDO: in innumerevoli occasioni, il nostro DIRITTO ALLA CONOSCENZA come cittadini viene messo in discussione, con manipolazioni atte a orientare il consenso, con secretazione di documenti essenziali per maturare un’opinione consapevole dei fatti, con l’occultamento della verità… DOBBIAMO RIVENDICARE il nostro *diritto alla conoscenza* come base essenziale dello Stato di Diritto: ne abbiamo parlato nella conferenza internazionale “SOS STATO DI DIRITTO”, che si è svolta ieri al Palais des Nations di Ginevra, organizzata dalla Rappresentanza Permanente presso le Organizzazioni Internazionali e dal Partito Radicale. Come Presidente del “Global Commitee for the Rule of Law” sono intervenuto a Ginevra, e qui su radio Radicale http://ift.tt/1rLG2eE trovate un approfondimento audio sull’iniziativa: ORA…DITE LA VOSTRA!


Pubblicato sulla mia pagina facebook, qui il post originale.


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